Arcigay delega agli eterosessuali la politica e ai gay le saune. E se i gay hanno fame? diamogli un camerino relax!

Non sanno più cosa dire, ma neppure cosa fare!

Questa davvero ci mancava, un’associazione gay “Nazionale” è incapace di produrre classe dirigente omosessuale ed elegge Presidente di un circolo Gay una persona eterosessuale, Francesco Brollo.

Notate bene, tale fatto è anomalo anche perchè accade in PUGLIA, che è l’unica Regione amministrata da una persona GAY. Ma come questa, ci sono tante anomalie tutte italiane… nel mondo del’ associazionismo gay, lesbico e transgender.

Che al mondo non occorrano associazioni GAY o LESBICHE, a noi di i Ken è chiaro dal 2005, e l’abbiamo affermato con un manifesto, riteniamo che occorrano liberi posti in cui le persone siano messe nella condizione di potersi esprimere e crescere in libertà senza, dove poter parlare, costruire solidarietà e mutuo soccorso, senza “costrizioni” o “oppressioni”.

Ma questo noi l’abbiamo affermato con una prassi a Napoli, con l’associazione i Ken che, rompendo la categoria gay e lesbica si è affermata come luogo di tutti e tutte ( anche degli etero respinti da arcigay ) e dove il senso dello scopo dell’associazione è affidato al gruppo di soci fondatori che hanno gettato le basi culturali e le motivazioni dell’organizzazione.

Contro i molti GAYsti abbiamo affermato che, noi persone omosessuali siamo soggetti oppressi ed abbiamo scelto un logo collettivo dove agire in gruppo, con tutti a prescindere dall’orientamento sessuale o da altro, e che la nostra battaglia di cultura omosessuale doveva essere la battaglia di tutti e tutte per la parità rivendicata ed ottenuta dalle persone offese, perseguitate e da quelle che non si consideravano un valore perchè da sempre racchiuse nei ghetti gay a fare sesso.

Guardando la bandiera arciGAY, è evidente che non si può fingere di non leggere Associazione lesbica e gay italiana, e di come chi ha fatto questo vessillo  ha sottolineato per ben 2 volte l’appartenenza alla categoria GAY che è identificativo dell’essere, del definirsi e del vivere da GAY e di come tutto ciò sia l’oggetto della stessa associazione.

Qundi ci sentiamo disorientati perchè se da un lato diciamo che non  ci piace un’associazione  GAYSTA, ci chiediamo quando questa “Arciconfraternita” abbandonerà i business della ricreazione per dedicarsi alle persone?

Ma, Bari ( che diversamente da Messina è Capoluogo di Regione) forse dice ai Presidenti Nazionali che il Treno della modernità è già passato e che i dirigenti Nazionali non se ne sono ancora accorti perchè a casa loro già comandano altri quelli da cui o ci deve difendere o con i quali ci si doveva alleare, ma non quelli a cui DELEGARE la propria battaglia.

Ammainata la bandiera Gay, dal presidente Patanè e dall’ex presidente Mancuso ( ora leader di Equality) , che quindi si proceda verso naturale scioglimento e si confluisca naturalmente tutti e tutte in Arci, no?

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