dichiarazione di Carlo Cremona sui fatti accaduti il 6/9/14

Usare l’opinione pubblica, i Social Network per creare consenso su idee, progetti di cambiamento è una cosa che tutti facciamo ed è naturale ed è strategicamente valido. Diffamare, offuscare o creare inimicizie e antipatie personali è davvero altra cosa. In passato hanno scritto e detto orribili cose contro di me e l’associazione che io ho l’onore di rappresentare, i Ken ONLUS, ma nonostante tutto siamo sempre andati avanti per meriti e per le nostre idee innovative e creative.

Quello che ci sta capitando in queste ore, per il quale motivo sarò costretto a prendere seri e drastici provvedimenti, è davvero disumano.

Un vero e proprio accanimento avvallato, non solo da chi lo commette, ma anche da tutte e tutti coloro che con un superficiale “Mi Piace” su Facebook (dove vigliaccamente sta avvenendo il più  osceno linciaggio ) non fanno altro che essere complici, consapevoli o no, di questa messa in scena.

Quanto affermato dalla signora Daniela Lourdes Falanga, non solo è una cosa falsa e non comprovabile (sul profilo Facebook della stessa v’è uno scritto, nel quale si fa espressamente il mio nome e che attraverso l’uso sibillino di affermazioni lascia intendere ed immaginare che io abbia usato “infime e ripetute violenze contro di lei”), ma è tendenziosa la narrazione che ha fatto di uno scontro molto duro che lei, come Responsabile Arcigay Napoli per le politiche Trans, insieme alla Presidente dell’ATN (Associazione Transessuali Napoli) hanno avuto con alcune persone transessuali e Femminielli durante una manifestazione pubblica, organizzata dalla nostra associazione ed ospitata in CGIL Campania – Napoli dal titolo “Il Movimento LGBTQIF – Il Corpo e La Città”.Al dibattito erano presenti militanti del Movimento LGBT Nazionale e Locale, persone comuni, il Segretario Generale della CGIL Napoli, la responsabile Nazionale dell’ Ufficio Nuovi Diritti della CGIL, l’Assessora ai Giovani del Comune di Napoli.

Durante il dibattito le due dirigenti ATN e Arcigay hanno cominciato a contestare verbalmente e con toni molto accesi, un ex detenuto omosessuale che, denunciando la durissima vita delle persone gay e trans all’interno del penitenziario di Poggioreale a Napoli, esercitando un’autonoma critica a tutte le associazioni (compresa i Ken ONLUS), a modo suo e con propri mezzi, chiedeva di investire i fondi economici pubblici e/o privati non solo per i concorsi di bellezza come “Miss Trans” , ma anche per i progetti nelle carceri.

La bagarre ha avuto inizio quando alcuni transessuali e femminielli presenti in sala, hanno fatto osservare che spesso i fondi pubblici per progetti dedicati alle persone Trans, siano solo a benefico e vantaggio di poche e pochi e non di tutte e tutti. Lo scontro e le “parole volate” sono state quindi tra operatrici di servizi dedicati alle persone Trans di Napoli e la loro utenza o ex utenza di riferimento che, vivendo l’indigenza, erano venute per raccontare la propria vita, la propria esperienza, realizzando una denuncia mai fatta prima d’ora della reale condizione di vita e per essere coinvolte nel movimento.

Trovo incondivisibili alcune cose che ho ascoltato ed accuse reciproche lanciate, ritengo che, mentre alcune parole dette da chi vive nella disperazione della strada possano trovare giustificazione, altre dette da chi ha il compito di vegliare e proteggere la vita dei maggiormente esposti siano state molto gravi, soprattutto in considerazione del fatto che qualcuna di loro continua ad avere un ruolo importante negli sportelli finanziati dal Comune di Napoli proprio per le persone LBGT, posto che non hanno tenuto in debita considerazione il disagio in cui vivono  i fruitori dei detti servizi.

Quindi alla presenza anche della Tarantina, femminiello napoletano di quasi 80 anni, è avvenuto uno scontro tanto imbarazzante e violento che, alcune dei presenti, a mio avviso le più deboli, hanno scelto di non parlare e di andare via, lasciando nuovamente il proscenio politico e poi quello mediatico, con ciò stesso rinunciando a partecipare, facendo prevalere la presenza del volto del transessualismo più “bello”, ovvero quello della “rappresentanza”.

A fronte di ciò, da organizzatore ho cercato di gestire al meglio la situazione, cercando più volte di riportare all’ordine le questioni, che essendo squisitamente PERSONALI e non politiche avrebbero dovuto e potuto svolgersi in altri luoghi a ciò meglio deputati. Sotto gli occhi imbarazzati ed increduli del Segretario Generale della CGIL Napoli, dell’Assessora ai Giovani e degli ospiti stranieri intervenuti, ho cercato di sedare lo scontro, non prendendone mai parte attiva, che è invece proseguito fino a finire in modo diciamo naturale, per fortuna senza infortuni.

Grande è il rammarico che nutro in relazione a quanto accaduto, tra l’altro verificatosi in un luogo a noi molto caro, ossia la sede della Casa dei Lavoratori della CGIL, che con grande generosità aveva aperto straordinariamente le porte a tutto il Movimento LGBTQIF. Chiediamo quindi scusa a tutta la CGIL per l’accaduto, scuse già fatte personalmente e pubblicamente sia dagli organizzatori che da alcuni cittadini coinvolti direttamente nello scontro verbale della mattinata.

L’uso politico che si vuole fare di questo accadimento è pari alla distorsione già esercitata a danno della buona riuscita del convegno, che, invece, si è concluso dopo oltre 9 ore di dibattito con un documento politico ed un impegno del Comune di Napoli, presente anche nel pomeriggio l’assessora Clemente, con l’attivazione di un osservatorio giovani LGBTQIF non di i Ken ma della città di Napoli.

Questo a significare che quando i Ken fa qualcosa, continua a farlo nell’interesse collettivo e generale del territorio e della città e non per proprio interesse soggettivo.

Scorrendo i commenti dei post, leggendo le ingiurianti e diffamanti dichiarazioni di chi con manifesta consapevolezza o inescusabile superficialità, pur nel più condiviso diritto di libertà del proprio pensiero, non si può sottacere che talvolta determinate affermazioni tendono esclusivamente a ledere e disonorare sia l’associazione i Ken che il suo presidente.

Resta per me, a tutt’oggi, oscura la risposta alla seguente domanda: “che e chi ha interesse hanno a denigrare Carlo Cremona ed i Ken?”