Sentinelle: grazie alle napoletane la medaglia antifascista brilla ancora anche per l’antiomofobia

2008 - Roma Pride

2008 – Roma Pride

Desidero integrare quanto riportato dal giornale Napoli città sociale, che in una intervista telefonica ha raccolto le mie impressioni sulla storia delle sentinelle a Napoli.

La nostra associazione non era visibilmente in piazza domenica a contestare le Sentinelle perché interpreta la Piazza come un luogo d’incontro, di sintesi e di protesta politica nei confronti del potere e non di scontro tra i diversi modi di vedere, anche quelli più lontani da noi. Non vogliamo Pride blindati come avviene nei balcani, ma vogliamo conservare garantire spazi di democrazia e partecipazione.

Nonostante ciò, questa manifestazione delle Sentinelle ci risulta particolarmente antipatica perché fortemente omofoba ed codarda; infatti le sentinelle non hanno il coraggio di dire le cose come sono “vissute” dagli stessi attori, che silenti usano il proprio corpo come veicolo di non curanza, d’odio e quindi di disprezzo verso noi, persone gay, lesbiche e trans e per la richiesta che facciamo per ottenere uguaglianza nei diritti umani e per difenderci dall’odio e dalla violenza subita.

Perciò la pratica “scostumata” della contestazione, seppure non la condividiamo, ci appare appropriata e non fuori luogo se realizzata attraverso le modalità di narrazione dei gruppi antagonisti, collettivi e sindacati studenteschi.

i Ken, non è stata coinvolta nell’organizzazione dell’iniziativa ed essendo una sigla rappresentativa di uno dei modi di fare politica LGBT, riconoscendo quella piazza alle soggettività LGBT nell’ambito di una politica di base, antagonista e con una forte connotazione politica, ha scelto di essere “defilata” per lasciare piena voce e visibilità ai protagonisti ( che quindi sono co protagonisti) della vita politica LGBT della nostra città.

A quasi 10 anni dalla nostra fondazione, riconosciamo che quel deserto politico dal quale nascemmo è oggi pieno di germogli e di soggettività che stanno trasformando la regione campania in un interessante laboratorio delle differenze, in cui molte diversità cominciano a strutturare la propria autonomia politica che a nostro giudizio dovrà confluire in quel collettivo politico programmatico che dovrà scrivere ed organizzare il prossimo Pride della Campania.

Il merito della contestazione, quindi va riconosciuto interamente a quegli uomini e quelle donne che noi abbiamo in questi anni, chiamato ad essere protagonisti dei pride e che ci siamo sempre trovati accanto e che oggi sono in grado di organizzare e far crescere un movimento anti omofobia sulla base del medesimo sentimento di Liberazione che già nel 2007 mettevamo in piazza nello spirito delle 4 Giornate di Napoli con la manifestazione contro omotransfobia e camorra.

Pertanto, i Ken non ha voluto usare il trasformismo o il collateralismo verso i movimenti di base, i collettivi, le compagne ed i compagni di percorso per non rubare il diritto di espressione e di autodeterminazione di uomini e donne che prima di lottare per la propria sessualità lottano per la propria e per l’altrui Libertà.

Noi questa battaglia e questa lotta la facciamo, perché abbiamo così scelto, da dentro le stanze della politica, costruendo strategie, applicando nuove forme di lotta, creando nuove reti, non in alternativa a nessuno ma sempre in modo complementare e armonico, riconoscendo nelle persone LGBTQIFE ( lesbiche, gay, bisex, transgender, Queer, Intersessuali, Femminielli ed Eterosessuali) la caratteristica dell’umanesimo militante per i valori di liberazione e di antifascismo, scritti, sanciti e tramandati nella nostra Costituzione Repubblicana.

A quei militanti di oggi, a quel corpo vivo militante che domenica si è assunto autonomamente la legittimità politica va il mio personale GRAZIE, perché ci hanno dimostrato che a Napoli nessun fascista che osi chiamare Ricchione una persona omosessuale o no, avrà libertà e consenso popolare nella Napoli ancora una volta liberata dai fascisti.

Inoltre domenica, la nostra medaglia d’oro all’antifascismo, che onora il Gonfalone della Città di Napoli e quindi tutte e tutti noi,  ha con ciò brillato e rischiarato l’oscurantismo clerico fascista che ha tentato maldestramente di infangare la storia e la libertà della nostra città.