NAPOLI PRIDE 2025 OFFICIAL : Proposte per un nuovo percorso di trasparenza e partecipazione ed variazione spesa eventi piazza spettacolo piazza per invii umanitari popolazione Gaza

Questa mattina abbiamo inviato la nostra proposta e riflessione sul futuro di Napoli e del suo Pride.

desideriamo aprire un raggionamento in una città che ci pare da troppo, distratta e chiusa in un “non si possono cambiare le cose”, per noi si possono cambiare, si devono cambiare e si deve ripartire dalla identità T sotto attacco e cartina di tornasole di una politica anti gay ed anti Trans popolare tanto tra gli etero che tra i gay sempre più di estrema destra.

Al Sindaco della Città di Napoli, Prof. Gaetano Manfredi

All’Assessora alle Pari Opportunità, Avv. Emanuela Ferrante

Alla Presidente del Consiglio Comunale, Dott.ssa Enza Amato

Ai Capigruppo di Maggioranza e di Minoranza del Consiglio Comunale di Napoli

Alle Associazioni pacifiste locali e nazionali

Alle realtà del Terzo Settore impegnate in cooperazione e solidarietà

Alle soggettività LGBTQIA+ che si riconoscono nei valori antifascisti, pacifisti e solidali

Oggetto: Rinvio precauzionale del Napoli Pride 2025 – Coerenza con i valori antifascisti, pacifisti e solidali della Città di Napoli, medaglia d’oro alla Resistenza – Proposte per un nuovo percorso di trasparenza e partecipazione ed variazione spesa eventi piazza spettacolo piazza per invii umanitari popolazione Gaza

Gentilissime, Gentilissimi,

Napoli, medaglia d’oro al Valore Civile per le Quattro Giornate del 1943, ha scolpito nella propria memoria collettiva un principio non negoziabile: la libertà non si baratta, la pace non si delega, la solidarietà non si seleziona. Con questo spirito, pacato ma fermo, vi scriviamo.

  • Un dissenso largo e motivato

Negli ultimi giorni numerose voci — interne ed esterne al movimento LGBTQIA+ — hanno espresso estremo disagio per la linea assunta dall’attuale comitato organizzatore del Napoli Pride 2025.

            •          ATN – Associazione Trans Napoli si è ritirata dalla piattaforma.

            •          Arcigay Nazionale e i comitati di Salerno, Caserta e Catania, Torino  hanno chiesto pubblicamente chiarezza.

  • ANPI comitato provinciale di Napoli

            •          Il 28 giugno, durante il corteo autogestito “Arrevutamm Pride”, le soggettività LGBTQIA+ transfemministe e intersezionali denunceranno la non accoglienza dello slogan «Basta genocidio, Palestina libera» e l’assenza di una presa di posizione a favore di tregua immediata e corridoi umanitari per Gaza.

La causa scatenante è nota: la partecipazione del Presidente di Arcigay Napoli — nonché Presidente dell’Osservatorio Regionale contro le Discriminazioni LGBT+ — a una missione in Israele finanziata e organizzata dal governo di Tel Aviv, in concomitanza con il Tel Aviv Pride, senza alcun mandato o comunicazione preventiva agli enti patrocinanti. La missione si è svolta mentre Israele è formalmente oggetto d’indagine presso la Corte Penale Internazionale per presunti crimini contro l’umanità.

Il portavoce della delegazione ha parlato di “paure” e “insicurezza vissuta”, ma le immagini pubblicate dagli stessi partecipanti — foto conviviali con rappresentanti governativi, video di celebrazioni — raccontano un’altra storia: una piena condivisione di cornici valoriali con il governo ospitante, incompatibile con la cultura di pace che da sempre anima il Pride partenopeo.

  • Il dovere di coerenza con lo Statuto cittadino

Lo Statuto di Napoli — città antifascista, solidale, pacifista — e la delibera comunale 267/2025 che ha concesso patrocinio e fondi al Pride richiamano inequivocabilmente i principi di giustizia internazionale e di ripudio della guerra. Davanti a un conflitto che ogni giorno miete vittime civili a Gaza, la città si prepara a un Consiglio Comunale monotematico (2 luglio) per ribadire il proprio impegno umanitario: non possiamo, nello stesso tempo, sostenere una manifestazione che rischia di diventare vetrina di relazioni diplomatiche opache.

  • Perché proponiamo di rinviare

Non invochiamo censure né cancellazioni; chiediamo un rinvio a settembre per ricucire lo strappo, ricomporre le differenze e restituire all’evento la sua funzione unificante.

Un rinvio servirebbe a:

            1.         Aprire un confronto pubblico su ruoli istituzionali, rapporti internazionali e uso di fondi pubblici.

            2.         Sospendere e riesaminare la delibera 267/2025, destinando nell’immediato le risorse previste (palco, affissioni, COSAP) a progetti umanitari in favore dei civili di Gaza.

            3.         Ricostituire un Comitato Organizzatore realmente plurale, senza assetti di natura familiare e senza legami diplomatici con governi coinvolti in conflitti.

            4.         Redigere, entro luglio, una Carta dei Valori del Pride di Napoli, condivisa in un’assemblea cittadina aperta a tutto il Terzo Settore, alle realtà pacifiste e a ogni soggettività LGBTQIA+ che si riconosca nell’antifascismo.

            5.         Chiedere alla Regione Campania di sospendere — in via precauzionale — qualunque cooperazione istituzionale con il Governo israeliano, fino a chiarimento delle inchieste internazionali.

  • Un nuovo spazio stabile: il “Napoli Pride for Peace”

Crediamo, inoltre, che il Pride non debba esistere soltanto un giorno l’anno. Proponiamo quindi che il Comune destini un’area pubblica permanente, attrezzata e realmente accessibile (in sostituzione dell’attuale “Pride Park”) alla nascita del “Napoli Pride for Peace”: un presidio aperto dodici mesi su dodici, dove far vivere progetti di educazione ai diritti umani, laboratori interculturali, mostre sulla Resistenza, iniziative di non-violenza e solidarietà internazionale. Un luogo dove la parola PACE non sia un vessillo di parte, ma la casa comune di tutti.

  • Conclusione

Napoli non ha mai ceduto al ricatto dell’indifferenza. Oggi, nel nome della sua storia partigiana e nella speranza di un Mediterraneo di ponti e non di muri, vi chiediamo un gesto di vigilanza democratica: sospendere, riflettere, ripartire. Solo così il Pride potrà tornare ad essere la bandiera di una città che resiste all’odio e parla la lingua universale della pace.

Restiamo a disposizione per un incontro e per ogni ulteriore chiarimento.

Con fiducia e rispetto,

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.