Polemica Gay – Curia di Napoli su Registro delle Unioni Civili

Il Gay Pride di Napoli un anno dopo ha un grande risultato che accende le polemiche tra la Comunità Gay e i vertici della Curia napoletana sul terreno diritti Umani ed in particolare nella tutela delle aggregazioni familiari.

Riportiamo l’articolo della giornalista Nuviana Arrichiello dal titolo “Unioni Civili, si parte tra le polemiche pubblicato su Il Giornale di Napoli l’8 Giugno, con le dichiarazioni del Presidente di i Ken, Carlo Cremona su questa conquista epocale della città e di don Luigi Merola.

L’articolo riporta anche l’appello di don Luigi Merola a focalizzarsi sulla crisi economica e sociale che attraversa il nostro paese, anziché su azioni amministrative che possano indebolire l’istituzione familiare (il riferimento è, appunto, al Registro delle Unioni Civili).

A questo proposito, ricordiamo le parole di Carlo Cremona, che in un articolo pubblicato su questo blog scorso, dichiarava:

“Anche il Cardinale Sepe ha reso delle affermazioni riguardo al registro – ha aggiunto Cremona – rilasciando dichiarazioni in parte condivisibili e in parte no.

Sono d’accordo che, in un momento di crisi sociale tanto acuta della nostra regione, l’attenzione di tutti, a partire dalla comunità omosessuale, debba essere rivolta alla costruzione di un welfare che sia accanto ai nuovi poveri, non dimenticando che tra essi gli ultimi sono i più deboli, e che tra i più deboli ci sono tantissime persone omosessuali e transgender di cui bisogna difendere i diritti esistenziali, negati da uno Stato immobile. Inoltre questo Strumento dell’anagrafe dovrà estendere i diritti si sussistenza a tutte le aggregazioni familiari senza creare diseguaglianze e preferenze.”

Alla luce delle nuove polemiche, aggiungo:

“Non discutiamo il magistero delle Chiese e tantomeno il valore assoluto dei Sacramenti per i cattolici italiani come dei valori assoluti di altre confessioni religiose che devono seguire la propria coscienza e le indicazioni di fede, ma riteniamo  altro il compito dello Stato ,che deve essere quello d’impedire diseguaglianze e vuoti normativi e garantire le libertà a partire da quelle di libero culto come la Costituzione prevede.

Noi gay, lesbiche e transgender siamo l’anello più debole ed esposto dello Stato Sociale. Vorrei ricordare a don Luigi MerolaS.E. Cresenzio Sepe ( di cui ho un pensiero positivo e affettuoso) che è sbagliato creare contrapposizioni ideologiche ed idee di privilegio tra cittadini ed in particolare con chi già soffre e che a fatica lotta per l’uguaglianza. Questa può essere un comune impegno per l’abattimento dei privilegi che dannegiano il sistema dei ditti umani e quindi, invito ad usare il criterio della solidarietà e del rispetto reciproco per garantire i diritti di tutti e tutte e ad impegnarci nella comune lotta alla omofobia ed alla transfobia come delle violenze in generale.

Allo Stato spetta la cura del Diritto ed alle Chiese la cura delle coscienze.”

Il Registro delle Unioni Civili a Napoli è ora una realtà: la Giunta Comunale ha infatti approvato su proposta dell’Assessore alle Pari Opportunità, Pina Tommasielli e all’Anagrafe Bernardino Tuccillo, il Regolamento del Registro delle Unioni Civili.

Potranno iscriversi al registro persone che non sono legate dal vincolo del matrimonio, parentela, adozione, ma da vincoli affettivi, residenti anagraficamente da almeno un anno nel Comune di Napoli e coabitanti dallo stesso periodo di tempo e persone, residenti a Napoli da almeno 13 mesi e conviventi, senza vincoli di matrimonio nè parentela, legati da reciproca assistenza morale e materiale.

 

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