Sentinelle, grazie alle napoletane la medaglia d’oro salva Napoli dai fascisti e dagli omofobi

di Carlo Cremona – Pres. i Ken APS ONLUS

Desidero integrare quanto riportato dal giornale Napoli città sociale, che in una intervista telefonica ha raccolto le mie impressioni sulla storia delle sentinelle a Napoli.

La nostra associazione non era visibilmente in piazza domenica a contestare le Sentinelle perché interpreta la Piazza come un luogo d’incontro, di sintesi e di protesta politica nei confronti del potere e non di scontro tra i diversi modi di vedere, anche quelli più lontani da noi. Non vogliamo Pride blindati come avviene nei Balcani, ma vogliamo conservare garantire spazi di democrazia e partecipazione.

Nonostante ciò, questa manifestazione delle Sentinelle ci risulta particolarmente antipatica perché fortemente omofoba ed codarda.

Infatti le sentinelle non hanno il coraggio di dire le cose come sono “vissute” dagli stessi attori, che, silenti usano il proprio corpo come veicolo di non curanza, d’odio e quindi di disprezzo verso noi, persone gay, lesbiche e trans anche e soprattutto in relazione con la nostra legittima richiesta sia di uguaglianza sia per l’ottenimento di una legge che ci tuteli  dall’odio e dalla violenza omofoba.

Perciò la pratica “scostumata” della contestazione, seppure non la condividiamo, ci appare appropriata e non fuori luogo se realizzata attraverso le modalità di narrazione dei gruppi antagonisti, collettivi e sindacati studenteschi.

i Ken, non è stata coinvolta nell’organizzazione dell’iniziativa ed essendo una sigla rappresentativa di uno dei modi di fare politica LGBT, riconoscendo quella piazza alle soggettività LGBT nell’ambito di una politica di base, antagonista e con una forte connotazione politica, ha scelto di essere “defilata” per lasciare piena voce e visibilità ai protagonisti ( che quindi sono co protagonisti) della vita politica LGBT della nostra città.

A quasi 10 anni dalla nostra fondazione, riconosciamo che quel deserto politico dal quale nascemmo è oggi pieno di germogli e di soggettività che stanno trasformando la regione campania in un interessante laboratorio delle differenze, in cui molte diversità cominciano a strutturare la propria autonomia politica che a nostro giudizio dovrà confluire in quel collettivo politico programmatico che dovrà scrivere ed organizzare il prossimo Pride  della Campania.

Il merito della contestazione, quindi va riconosciuto interamente a quegli uomini e quelle donne che noi abbiamo in questi anni, chiamato ad essere protagonisti dei pride e che ci siamo sempre trovati accanto e che oggi sono in grado di organizzare e far crescere un movimento anti omofobia sulla base del medesimo sentimento di Liberazione che già nel 2007 mettevamo in piazza nello spirito delle 4 Giornate di Napoli con la manifestazione contro omotransfobia e camorra.

Pertanto, i Ken non ha voluto usare il trasformismo o il collateralismo verso i movimenti di base, i collettivi, le compagne ed i compagni di percorso per non rubare il diritto di espressione e di autodeterminazione di uomini e donne che prima di lottare per la propria sessualità lottano per la propria e per l’altrui Libertà.

Noi questa battaglia e questa lotta la facciamo, perché abbiamo così scelto, da dentro le stanze della politica, costruendo strategie, applicando nuove forme di lotta, creando nuove reti, non in alternativa a nessuno ma sempre in modo complementare e armonico, riconoscendo nelle persone LGBTQIFE ( lesbiche, gay, bisex, transgender, Queer, Intersessuali, Femminielli ed Eterosessuali) la caratteristica dell’umanesimo militante per i valori di liberazione e di antifascismo, scritti, sanciti e tramandati nella nostra Costituzione Repubblicana.

A quei militanti di oggi, a quel corpo vivo militante che domenica si è assunto autonomamente la legittimità politica va il mio personale GRAZIE, perché ci hanno dimostrato che a Napoli nessun fascista che osi chiamare Ricchione una persona omosessuale o no, avrà libertà e consenso popolare nella Napoli ancora una volta liberata dai fascisti.

Inoltre domenica, la nostra medaglia d’oro all’antifascismo, che onora il Gonfalone della Città di Napoli e quindi tutte e tutti noi,  ha con ciò brillato e rischiarato l’oscurantismo clerico fascista che ha tentato maldestramente di infangare la storia e la libertà della nostra città e della nostra laicità.