All’ Arcigay di salerno volano gli stracci. Il vicepresidente si dimette accusando il presidente di diffamazione.


Sono senza fine le polemiche all’interno dell’Arcigay. Un nuovo focolaio è scoppiato a Salerno, dove al congresso provinciale di qualche mese fa il Patané aveva dovuto chiamare la Digos per portare alla presidenza Antonello Sannino. In un burocratico comunicato, degno dei comitati centrali del Pcus, l’Arcigay salernitana, rende infatti noto “con il rammarico che sempre accompagna l’abbandono di uno dei membri del comitato” le dimissioni del vice presidente Lorenzo Senatore, che non è esattamente uno qualsiasi, ma è stato il braccio destro di Sannino e tra i protagonisti della realtà campana.

La nuova composizione del direttivo, si legge ancora nella nota “è frutto della volontà del comitato di procedere alla realizzazione degli obiettivi politici e programmatici”. Punto. Di fronte alle domande di molti soci, che non si spiegavano un gesto tanto plateale, non c’è stata nessuna risposta, così le fiamme della polemica sono divampate su Facebook, dove tutto il movimento gay italiano ha potuto constatare l’esistenza di un clima pessimo, tra recriminazioni, accuse, minacce di querele e vere e proprie ‘sceneggiate napulitane’ in barba al principio pataniano secondo cui ‘i panni sporchi si lavano in famiglia’ ovverosia si tengono ben nascosti.

Lorenzo Senatore spiega, infatti, che in un anno si sono dimessi già tre consiglieri su cinque del direttivo dell’Arcigay salernitana (da notare che gli statuti di Arcigay consentono al massimo due nuove cooptazioni, chissà quante ne hanno effettuate, sarebbe curioso se si agisse al di fuori degli Statuti..), mentre un ex dirigente dell’associazione lamenta lo scarso coinvolgimento dei soci “io che fui membro del passato direttivo – scrive – mi aspetto di avere delle delucidazioni a riguardo quando ci sarà il congresso provinciale”.

La risposta dell’Arcigay Nazionale, che in Campania vuole giocare una partita tutta sua (a proposito, quando saranno resi noti i bilanci del Napoli Pride?), non si fa attendere. “ Le questioni interne – afferma Marco Coppola, responsabile nazionale territori – si risolvono in associazione. Le dimissioni in un’associazione di volontariato non sono una grande novità”. Coppola, quindi, finge di dimenticare che a dimettersi è stato il vice presidente, il quale non ci sta a fare la parte della ‘pazza’ e rilancia con forza: “Non si può far finta che non ci siano state dimissioni di tre consiglieri in meno di un anno. Questo evidenzia un problema ancora interno al comitato, poi se si aggiunge la voglia di dividere anziché di unire una comunità e diffamare le persone mi sa che si va oltre e si rischia di attribuire al comitato un’immagine negativa, solo per la cattiva gestione di alcuni”. Senatore non si risparmia e descrive una situazione interna davvero sconfortante e pericolosa: “l’associazione – scrive – è seguita da quattro tesserati, poiché il Presidente ha fatto in modo di scindere questa comunità”, descrivendo come malato di mente, criminale, stolker, delinquente ogni suo oppositore.

La frittata è fatta, nonostante Coppola, tanto che Emanuele Avagliano, Coordinatore de “Il Cantiere Delle Diversità”, attacca:

“Io mi chiederei piuttosto perché il Responsabile Nazionale di Arcigay dei Territori Coppola non commenta la nota di un dimissionario. Qui non c’è nulla da nascondere se non prendere atto delle terze dimissioni, nel giro di un anno, di un consigliere nonché anche Vice Presidente del Comitato e del peso politico che esse portano con sé! Da tempo, io stesso, ho parlato col Presidente Nazionale Paolo Patanè chiedendo un intervento immediato per la conflittualità interna dovuta alla gestione Sannino e per le grosse crepe tra il Comitato e le persone lgbt di questa provincia che questo associazione avrebbe dovuto rappresentare. Ci si è nascosti per troppo tempo dietro chiacchiere e finte glorie e si è badato poco alla sostanza e all’operatività e alla progettualità associativa”.

Insomma, un vero e proprio disastro!

Una vicenda imbarazzante, che viene nascosta alla dirigenza nazionale mentre in altre città avrebbe fatto intervenire la Segreteria Nazionale, magari con un commissariamento, ma forse è distratta dalle note vicende del Borgo…

(Sandro Podestà)

 

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